Ordini, sindacati e dirigenti infermieristici riuniti nei giorni scorsi in una tavola rotonda a Firenze. Per gli standard europei, secondo le stime del 2016, occorrono altri 2600 infermieri in Toscana. “Ma la questione infermieristica non riguarda solo la copertura dei turni. Riguarda anche e soprattutto i modelli di competenze”, è la visione comune delle rappresentanze toscane degli infermieri.
09 GIU - “Dobbiamo mettere insieme tutte le energie, creare una forza comune, per chiedere una legge che definisca il ruolo professionale, delle competenze, dell’ambito di esercizio nonché le responsabilità. Lavorare insieme a questo obbiettivo è fondamentale”. Con queste parole di Danilo Massai, presidente del Collegio Ipasvi di Firenze, si sintetizza la visione comune di tutte le rappresentanze toscane degli infermieri, riunite lunedì scorso a Firenze. Presenti, i Collegi Ipasvi della Toscana, sotto la regia del Collegio Ipasvi di Firenze e Grosseto, ma anche dirigenti aziendali, sindacati e responsabili della formazione.
Perché “la questione infermieristica – hanno evidenziato gli infermieri - non riguarda solo la copertura dei turni, ma anche e soprattutto i modelli di competenze”. Gli elementi di convergenza emersi nel corso della tavola rotonda sono stati i punti inerenti la professione infermieristica, elencati nel documento consegnato nei mesi scorsi all’assessore alla Sanità Stefania Saccardi.
- la figura dell’infermiere di famiglia,
- la necessità di indirizzi regionali sul dipartimento infermieristico,
- l’importanza di indirizzi alle aziende pubbliche e private per la formazione,
- l’istituzione di un sistema di certificazione delle competenze,
- la definizione del ruolo dell’infermiere nell’area socio sanitaria e della disabilità,
- l’istituzione della scuola manageriale regionale
- il sistema dell'emergenza urgenza.
Uno dei concetti chiave del documento è la parola “competenza” intorno alla quale, per gli infermieri toscani, “è sempre più urgente sviluppare il futuro della sanità anche in Toscana”. Proprio in questo senso, i Collegi hanno sottolineato come “la certificazione e l'investimento sulle competenze (che spesso informalmente già vengono espresse) non siano richieste autoreferenziali, quanto piuttosto una risposta di qualità a quello che i cittadini chiedono. Cittadini che secondo l'ultima ricerca Censis riconoscono il ruolo e l'importanza della professione infermieristica ai bisogni espressi”.
“Secondo i calcoli della Ragioneria dello Stato - ha spiegato Nicola Draoli, presidente del Collegio Ipasvi di Grosseto - nel 2016 mancavano più di 2600 infermieri in Toscana per coprire il fabbisogno, secondo la nuova direttiva Ue sui turni di riposo. Con le assunzioni del concorso, il rapporto tra medici e infermieri arriverà a 2.9. Bolzano, il territorio più virtuoso d’Italia, ha il rapporto di 3.3, ed è ancora inferiore agli standard europei. Per questo è necessario definire skill mix professionali e standard minimi ma sempre secondo un ragionamento virtuoso sui modelli organizzativi e assistenziali”.
Alla tavola rotonda sono intervenuti Antonio Panti, presidente dell’Ordine dei medici di Firenze; Maria Grazia Rizza, segretario provinciale Fials; Cosimo Molinaro, presidente Ipasvi Arezzo; Emiliano Carlotti, presidente Ipasvi Pisa; Michela Zingoni, presidente Ipasvi Livorno; Sonia Gasperini, formazione Asl Toscana Centro; Giampaolo Giannoni, segretario regionale Nursind; Riccardo Bartolini, funzione pubblica Cgil; Giampaolo Bellini, formazione Asl Toscana Sud-est; Paolo Zoppi, direttore del dipartimento professioni infermieristiche Toscana Asl centro; Lorenzo Baragatti, direttore del dipartimento professioni infermieristiche Asl Toscana Sud-est. Tra i presenti, Michele Aurigi e Gabriele Panci, rispettivamente presidente del Collegi Ipasvi Siena e Prato, e rappresentanti del Collegio Ipasvi Massa Carrara.
Articolo pubblicato su Quotidiano Sanità:
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